Si può riciclare un immobile? Sì, col flipping.

Si può riciclare un immobile? Sì, col flipping.

Leggevo recentemente che l’impatto ambientale di uno smartphone ricondizionato, dunque usato ma riportato in uno stato pari al nuovo con vari interventi e sostituzioni, è inferiore del 78% rispetto all’acquisto di uno smartphone nuovo. Produrre un telefono richiede infatti una notevole quantità di materiali - silicio, plastica e ferro in primis – la cui estrazione e lavorazione in grandi quantità ha ricadute ambientali importanti.

Sempre di più in ogni settore si sta cercando di arrivare a modelli di produzione con impatto ridotto: è un cambio di paradigma in atto da anni, ma che ci accompagnerà ancora per lungo tempo. Oltre ai governi e alle varie autorità internazionali, in prima linea nel guidare questa trasformazione oggi sono i consumatori stessi, soprattutto quelli più giovani: un recente sondaggio condotto da Google ha scoperto che, nella fascia 18-24 anni, più di un intervistato su tre (37%) dichiara che la sostenibilità sia il fattore determinante nelle sue scelte di acquisto.

Il settore dell’edilizia non può di certo tirarsi indietro rispetto a questo tema, anzi: si stima che i consumi energetici derivanti dagli edifici, sia residenziali che commerciali, valgano oltre il 17% delle emissioni di CO2 globali, e un altro 23% derivi dall’utilizzo di tre materiali – cemento, acciaio e alluminio – che sono impiegati in gran parte proprio nell’industria delle costruzioni. Insomma: i nostri edifici, e il modo in cui li costruiamo, sono parte della crisi energetica e ambientale che stiamo affrontando. La buona notizia, però, è che possono essere anche la soluzione: immobili più efficienti a livello energetico, e costruiti in maniera più sostenibile, saranno essenziali per raggiungere gli obiettivi di contenimento del cambiamento climatico.

Ma è possibile “ricondizionare” un edificio, come si fa con gli smartphone? Beh, in un certo senso è proprio quello che Dyanema fa attraverso il flipping: andiamo a individuare immobili in disuso, o non più adatti allo scopo per cui erano stati pensati, e diamo loro una seconda vita trasformandoli in qualcosa di nuovo. Questo comporta - rispetto al costruire da zero o addirittura abbattere e riedificare ex novo - una riduzione importante nell’utilizzo di materiali e nel consumo energetico.

In genere poi troviamo le migliori opportunità proprio in quelle zone semi-centrali che sono in fase di riqualificazione, a cui possiamo contribuire con la conversione dell’immobile, ma anche con interventi mirati come la realizzazione di aree verdi o l’installazione di colonnine di ricarica per le auto elettriche. In questo modo, dei nostri progetti beneficiano sia i futuri residenti che l’intero quartiere. E, come abbiamo visto, anche l’ambiente.



 


Rispetto al costruire da zero, aggiungiamoci anche i vantaggi in termini di consumo di suolo

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