Un giovane su due è pronto a licenziarsi

Un giovane su due è pronto a licenziarsi

Qualche giorno fa parlavo di quel dato impressionante: un giovane su due è pronto a licenziarsi dal suo posto di lavoro.

Il Politecnico di Milano aggiunge che nei prossimi 18 mesi, un under 30 su quattro prevede di cambiare occupazione. Numeri che fanno tremare i polsi a qualsiasi imprenditore, ma che nascondono una verità ancora più profonda.

I numeri che ci raccontano una storia diversa

Parliamo di 1,7 milioni di dimissioni volontarie in 9 mesi. Ma dietro ogni numero c'è una persona con nome e cognome. C'è Lorenzo, 28 anni, che dopo mesi di remote working si è ritrovato solo nel suo monolocale di Londra, a parlare con uno schermo. C'è Francesca, ex cameriera, che cercava motivazione e crescita ma si sentiva dire "qui il lavoro è questo" anche quando avrebbe voluto solo crescita.

Il Job Hopping di cui tanto si parla non è il problema. È il sintomo di qualcosa di molto più profondo. Come scriveva Seneca, per il marinaio che non sa in quale porto approdare nessun vento è favorevole. E i giovani della Gen Z non stanno scappando dal lavoro. Stanno scappando da un lavoro senza senso, senza identità, senza purpose. E hanno dannatamente ragione.

La rivoluzione silenziosa che sta cambiando tutto

Le aziende oggi si trovano in una posizione completamente nuova: non sono più loro a scegliere, ma devono farsi scegliere. Con un tasso di occupazione al 64,7%, ai massimi storici, e tantissime offerte di lavoro disponibili, il potere è passato nelle mani dei candidati. Ed è qui che entra in gioco la vera rivoluzione della Gen Z.

Questa generazione ha capito che il lavoro è identità. La Gen Z è al comando e ci ha detto a chiare lettere che non intende barattare il proprio tempo per sopravvivere, ma vuole vivere lavorando con un senso.

La vecchia separazione tra vita e lavoro è morta. Il work-life balance di cui tanto abbiamo parlato non basta più. Oggi parliamo di person integration, dove il lavoro si integra armoniosamente nella vita, non la contrasta. È un cambiamento epocale che molti imprenditori fanno fatica ad accettare, continuando ad agire con la logica di ieri in un mondo che è già domani.

Il primo passo per risolvere il problema

Abbiamo creato una formula magica, la RAL. E no, non è quella che pensi tu.

Nelle nostre aziende abbiamo ribattezzato la RAL in:

  • Responsabilità
  • Autonomia
  • Libertà

Questo si traduce in:

Più responsabilità ti assumi, più autonomia ottieni, più libertà di gestire il tuo tempo avrai. E più guadagnerai.

Semplice? No. Efficace? Tremendamente.

La statua che non è mai stata costruita

Viktor Frankl sognava di costruire la Statua della Responsabilità a San Francisco, come complemento alla Statua della Libertà. Un'aquila in una mano, simbolo di libertà, e un bambino nell'altra, simbolo della responsabilità verso le future generazioni. Quella statua non è mai stata costruita fisicamente, ma noi possiamo costruirla ogni giorno nelle nostre aziende.

Crea uffici belli (non serve essere Google, basta curare gli spazi). Integra benessere mentale e fisico nel lavoro quotidiano.

Siamo solo all'inizio,

Marco

Franca Galligani

Libero professionista Pubbliche relazioni e comunicazioni

2 mesi

Grazie della condivisione, Marco !

Franca Galligani

Libero professionista Pubbliche relazioni e comunicazioni

2 mesi

Non posso fare altro che pensare e condividere tutto ciò che hai trasmesso …. Purtroppo ….. non per te , ma per tutti coloro che hanno studiato e vivono il loro lavoro con grande difficoltà e non con passione …

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