ZENIT #4 – I benefit non bastano: ecco perché perdi i tuoi talenti
"Forma le persone abbastanza bene da renderle autonome; trattale così bene da far sì che non vogliano mai andarsene." Richard Branson
È una frase semplice, quasi ovvia. Eppure, quanti in azienda la riescono a mettere davvero in pratica?
Alcune organizzazioni formano bene, ma non si curano realmente delle persone. Altre coccolano i dipendenti, ma non li fanno crescere. In entrambi i casi, il risultato è lo stesso: i talenti migliori se ne vanno. O peggio, coltivano frustrazione e restano senza entusiasmo.
Oggi, la sfida attuale di ogni azienda non è solo quella di attrarre persone capaci. Ma quella di creare le condizioni perché scelgano di restare. E questo non si ottiene con benefit estemporanei o percorsi di carriera preconfezionati. Si costruisce con una strategia solida di Talent Management in grado di permeare la cultura aziendale.
Talenti in fuga: l'Italia ultima in Europa
Come siamo messi nel nostro Paese? Secondo l’European Workforce Study 2025 di Great Place to Work, circa il 40% dei lavoratori italiani intende cambiare azienda entro l’anno, contro una media europea del 31%. Ancora più preoccupante, tra i giovani tra i 18 e i 24 anni la percentuale rimane ferma al 40%. Dietro questi numeri ci sono leadership poco ispirate, retribuzioni stagnanti e una scarsa attenzione al percorso di crescita delle persone.
In assenza di un processo strutturato di talent management, molte aziende finiscono per assegnare ruoli chiave alle persone sbagliate: secondo un'analisi McKinsey, questo accade nel 20-30% dei casi. Un errore che costa caro sia in termini di produttività che di competitività sul mercato.
Talent Management: perché è cruciale per il successo aziendale
Il Talent Management è l’insieme delle pratiche HR che accompagna l'intero ciclo di vita di un collaboratore: dal recruiting e onboarding, fino allo sviluppo continuo delle competenze e alla gestione delle performance. Non è solo un adempimento burocratico, ma una vera cultura organizzativa che mette il talento delle persone al centro.
Le aziende che adottano questo approccio registrano risultati concreti: maggiore produttività (+26%), utile netto più alto (+14%), e una conversione migliore dei neoassunti in contratti stabili (+80%). LinkedIn segnala che il 94% dei dipendenti resterebbe più a lungo in un'azienda se questa investisse nel loro sviluppo.
Un esempio reale? Netflix ha rivoluzionato la gestione dei talenti puntando su una cultura aziendale fondata su autonomia, responsabilità personale e feedback continuo. Nel concreto, ha abolito politiche rigide sulle ferie, sulle spese, e ha implementato orari flessibili, dando piena fiducia ai collaboratori. Questa libertà è accompagnata da aspettative chiare e un sistema di feedback costante e aperto, creando un ambiente in cui le persone si sentono valorizzate, motivate e responsabilizzate. Risultato? Un turnover tra i più bassi del settore e un brand che attrae continuamente nuovi talenti.
Come sviluppare una strategia efficace di Talent Management
Basandoci su buone pratiche consolidate, ecco alcuni passi fondamentali per strutturare un efficace Talent Management:
La tua checklist di Talent Management
Per cominciare subito, ecco una semplice checklist che puoi utilizzare per valutare la tua gestione dei talenti:
Usa queste domande per valutare la tua attuale gestione dei talenti. Sarà il primo passo per creare un ambiente in cui le persone non solo crescono, ma vogliono restare.
Dedicare cura e attenzione ai talenti non è semplice, ma i dati dimostrano che ne vale assolutamente la pena. Come ammonisce Branson, creare un ambiente dove le persone possono andarsene, ma non vogliono farlo, è il miglior investimento per il futuro della tua azienda.
E nella tua organizzazione, come gestisci i talenti? Scrivicelo qui sotto.