VERSO UNA CARTA D’INTENTI VOLTA A FAVORIRE IL PROGETTO:
CIBO E DIGNITA’
Il cibo come mezzo di rieducazione ed inclusione sociale
FINALITA, OBIETTIVI GENERALI E IPOTESI DI SPECIFICHE MODALITA’ DI ATTUAZIONE
Sperimentare e condividere nuovi modelli educativi
• coinvolgimento degli utenti nella predisposizione del percorso rieducativo
• favorire metodi pratici a dispetto di quelli teorici
• sensibilizzare l’autoimprenditorialità con informazioni mirate
Mettere in sinergia tutti coloro che operano all’interno degli istituti penitenziari
• organizzare momenti di incontro e confronto
• diffondere le iniziative e le progettualità a tutti coloro che collaborano in attività per i detenuti
Scambiare le buone pratiche che si realizzano negli istituti penali sul cibo
• incontri sul tema
• formazione continua degli operatori
Favorire il riconoscimento dell’apprendimento formale e informale
• certificazione delle competenze
• inserimento in curriculum vitae
• introduzione di un libretto personale
Promuovere il reinserimento sociale e lavorativo
• creare una “piattaforma” di onlus
• diffondere info alle aziende tramite canali preposti e non
• inserimento in attività a rilievo sociale
Valorizzare nuove relazioni di prossimità interno / esterno
• ovvero il carcere come anello dell’economia locale
• formazione professionale congiunta (detenuti e liberi cittadini) in contesto penitenziario
Ripartire dal cibo per rimettere in moto una nuova progettualità vita
• istruzione
• competenze di base in cucina
• tirocini formativi
Il cibo quale strumento di cura e amore per sé stesso, ma anche dei legami familiari
e amicali
• igiene alimentare, alimentazione corretta
• occasioni di aggregazione familiare in carcere
• riscoperta delle tradizioni culinarie
LE RAGIONI DI UNA CARTA DEGLI INTENTI
La Carta d’Intenti può rappresentare un primo atto di condivisione delle principali buone pratiche
emerse dal progetto europeo “Taste of Freedom” e un impegno del Ministero della Giustizia,
Ministero dell’Istruzione, Slow Food e Enti locali, a sostegno del progetto:
CIBO E DIGNITA
il cibo come mezzo di rieducazione ed inclusione sociale
A tal fine auspichiamo:
a) la collaborazione delle amministrazioni per diffondere e valorizzare il lavoro già svolto e la
sperimentazione in altri istituti penali del progetto
b) un impegno a creare partnership utili per partecipare al nuovo ciclo di fondi strutturali europei
2014 - 2020
c) intensificare lo scambio di buone prassi tra le carceri in ambito italiano e europeo sui temi
che riguardano il cibo e la corretta alimentazione
d) nell’alveo della cura delle emozioni e delle famiglie, agevolare la realizzazione di momenti di
aggregazione familiare e recupero degli affetti, anche mediante l’elemento socializzante del
cibo
e) sostegno a percorsi di formazione professionale e strutturazione di criteri unici di
certificazione di competenze tradizionali e non
f) contribuire al reinserimento lavorativo tramite contatti diretti ed indotti con entità legate alla
produzione e distribuzione di alimenti.
Massa Marittima, 31 maggio 2015

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CARTA D'INTENTI

  • 1. VERSO UNA CARTA D’INTENTI VOLTA A FAVORIRE IL PROGETTO: CIBO E DIGNITA’ Il cibo come mezzo di rieducazione ed inclusione sociale FINALITA, OBIETTIVI GENERALI E IPOTESI DI SPECIFICHE MODALITA’ DI ATTUAZIONE Sperimentare e condividere nuovi modelli educativi • coinvolgimento degli utenti nella predisposizione del percorso rieducativo • favorire metodi pratici a dispetto di quelli teorici • sensibilizzare l’autoimprenditorialità con informazioni mirate Mettere in sinergia tutti coloro che operano all’interno degli istituti penitenziari • organizzare momenti di incontro e confronto • diffondere le iniziative e le progettualità a tutti coloro che collaborano in attività per i detenuti Scambiare le buone pratiche che si realizzano negli istituti penali sul cibo • incontri sul tema • formazione continua degli operatori Favorire il riconoscimento dell’apprendimento formale e informale • certificazione delle competenze • inserimento in curriculum vitae • introduzione di un libretto personale Promuovere il reinserimento sociale e lavorativo • creare una “piattaforma” di onlus • diffondere info alle aziende tramite canali preposti e non • inserimento in attività a rilievo sociale Valorizzare nuove relazioni di prossimità interno / esterno • ovvero il carcere come anello dell’economia locale • formazione professionale congiunta (detenuti e liberi cittadini) in contesto penitenziario Ripartire dal cibo per rimettere in moto una nuova progettualità vita • istruzione • competenze di base in cucina • tirocini formativi Il cibo quale strumento di cura e amore per sé stesso, ma anche dei legami familiari e amicali • igiene alimentare, alimentazione corretta • occasioni di aggregazione familiare in carcere • riscoperta delle tradizioni culinarie
  • 2. LE RAGIONI DI UNA CARTA DEGLI INTENTI La Carta d’Intenti può rappresentare un primo atto di condivisione delle principali buone pratiche emerse dal progetto europeo “Taste of Freedom” e un impegno del Ministero della Giustizia, Ministero dell’Istruzione, Slow Food e Enti locali, a sostegno del progetto: CIBO E DIGNITA il cibo come mezzo di rieducazione ed inclusione sociale A tal fine auspichiamo: a) la collaborazione delle amministrazioni per diffondere e valorizzare il lavoro già svolto e la sperimentazione in altri istituti penali del progetto b) un impegno a creare partnership utili per partecipare al nuovo ciclo di fondi strutturali europei 2014 - 2020 c) intensificare lo scambio di buone prassi tra le carceri in ambito italiano e europeo sui temi che riguardano il cibo e la corretta alimentazione d) nell’alveo della cura delle emozioni e delle famiglie, agevolare la realizzazione di momenti di aggregazione familiare e recupero degli affetti, anche mediante l’elemento socializzante del cibo e) sostegno a percorsi di formazione professionale e strutturazione di criteri unici di certificazione di competenze tradizionali e non f) contribuire al reinserimento lavorativo tramite contatti diretti ed indotti con entità legate alla produzione e distribuzione di alimenti. Massa Marittima, 31 maggio 2015